Nelle puntate precedenti:
Mysterio è tornato e sotto il suo casco c'è il volto del redivivo Flash Thompson. Mary Jane Watson e la piccola May Parker sono scomparse nel nulla, come se fossero morte da anni, e la versione di Mysterio è che Peter Parker abbia creduto il contrario finora solo grazie alle sue macchinazioni. L'Uomo Ragno vuole convincersi che si tratti di una grande illusione, in cui tutti i suoi alleati non sono disponibili. Per questo è costretto a chiedere aiuto al suo peggior nemico...

 

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#101 – Sipario

di Fabio Furlanetto e Mickey

Manhattan

L’Uomo Ragno non lo avrebbe mai creduto possibile: sta volteggiando tra i grattacieli a fianco dell’aliante di Goblin, come se fossero alleati di vecchia data in pattuglia assieme.

La situazione è incredibilmente più complicata: Peter sa che sotto la maschera del Folletto Verde si nasconde di nuovo Norman Osborn, ma non è per nulla certo che tutto questo sia reale.

-Stiamo andando da qualche parte in particolare o vuoi solo farmi sprecare carburante? – chiede Goblin.

-Sto pensando. E poi cosa te ne importa? Sei ricco sfondato.

-Lo sono perché non spreco i soldi che mi sono guadagnato duramente, a differenza di te.

-Allora sentiamo, genio dell’industria, secondo te dove dovremmo andare?

-Se hai ragione e questa è tutta un’illusione, non ha davvero alcuna importanza.

-Quindi ti lamenti solo per essere insopportabile e farmi saltare i nervi?

-Odio ammetterlo, Parker, ma evidentemente mi hai insegnato qualcosa.

Un brivido percorre la schiena dell'arrampicamuri. Se pensa ai mari e ai monti che ha dovuto smuovere per far dimenticare alla sua nemesi la sua identità segreta... Tutto questo deve essere un'illusione che non avrà alcuna conseguenza. Deve.

-Non chiamarmi così mentre sono in costume!

-Sei troppo paranoico. E se te lo dice uno psicopatico, dovresti trovarlo preoccupante.

-Non parli affatto come Goblin. E la facilità con cui hai ammesso di aver ripreso la tua vecchia identità mi fa pensare che tu sia solamente un frammento della mia immaginazione.

-Una teoria interessante. Mettiamola alla prova – risponde Goblin, infilando una mano nella borsa per estrarre una bomba-zucca.

L’Uomo Ragno lancia una ragnatela per bloccarlo, ma è troppo tardi: la bomba esplode tra i due combattenti, e solamente uno di loro era pronto a cavalcare l’onda d’urto.

Il ragno allunga una mano per aderire alla parete di un grattacielo, rallentando abbastanza da non precipitare al suolo; con la mano libera tesse un’altra ragnatela, diretta all’aliante di Goblin. Il tentativo di disarcionarlo non riesce, però: il folletto verde lancia una lama-pipistrello che taglia la tela prima che possa raggiungere l’aliante.

Anche se sorpreso dall’abilità dell’avversario, l’Uomo Ragno non si dà per vinto e si prepara a saltargli addosso. Prima che possa farlo gli casca in testa una bomba-zucca, per fortuna non della varietà esplosiva ma che lo avvolge in una densa nebbia fumogena.

“Deve averla lanciata assieme al pipistrello! Come ho fatto a non sentirla arrivare!?” si meraviglia l’arrampicamuri, trattenendo il fiato e scalando la parete dell’edificio per uscire dalla nuvola di fumo... solo per trovarsi davanti un Goblin pronto a scagliargli addosso un’altra lama-pipistrello.

Osborn mira a conficcargliela in un occhio, ma esita per un intero secondo prima di farlo: molto più di quello che serve all’Uomo Ragno per usare entrambe le mani per tessere una ragnatela che intrappola il folletto verde sulla parete del grattacielo dal lato opposto della strada.

-Cosa mi è saltato in testa!? Avrei dovuto sapere che non ci si può fidare di Goblin!!!

-Hai notato niente di diverso nel nostro scontro?

-Cosa?

-Andiamo, quante volte ci siamo scontrati negli anni? Sono mai stato in grado di coglierti di sorpresa così facilmente?

-Qualche volta. Hai usato il tuo gas che neutralizza il mio Senso di Ragno, vero?

-Mi hai tenuto d’occhio per tutto il tempo, sai che non lo ho fatto. Riflettici: hai sentito il Senso di Ragno anche solo una volta, da quando è iniziato il tuo calvario?

-Ora che mi ci fai pensare, credo di no.

-“Credo”?

-Sono così abituato al Senso di Ragno che neanche ci faccio più caso. Non che voglia dire molto: anche Mysterio ha accesso ad un gas che lo neutralizza.

-Ed io che ti credevo quasi intelligente. Pensa, Parker, pensa: che vantaggio avrebbe Mysterio ad usare quel gas su di te, adesso? Può essere un nemico mediocre al mio confronto, ma nemmeno lui sprecherebbe un’occasione simile per così tanto tempo.

-Giusta osservazione. Non c’era un modo per farmelo notare senza provare ad uccidermi?

-Sono parte di te. Prenditela con il tuo desiderio di auto-distruzione.

-Non psicanalizzarmi. Se però hai ragione, e l’assenza del Senso di Ragno non fa parte del piano di Mysterio, forse ho un modo per testare la tua teoria.

 

Casa Parker

Senso del pericolo o meno, gli altri sensi di Peter Parker avvertono una dissonanza in questa villetta del Queens. In apparenza, dall'esterno, non c'è niente che non sia al posto giusto, eppure già varcando il vialetto del giardino, l'arrampicamuri ha la stessa sensazione provata di recente quando ha visitato la casa di uno suo doppelgänger di una vicina Terra parallela.[i] La sensazione si acuisce quando, entrando tra le quattro mura, mancano il passeggino e il seggiolone, i giocattoli della piccola May sparsi qua e là, i copioni stropicciati di Mary Jane sul divano, per non parlare della cameretta della bambina ora adibita a ripostiglio. Ha già affrontato una volta l'idea di aver perso sua figlia, dopo averla vista crescere ora non può reggerla nemmeno come possibile messinscena.

Aggiungiamo a questo sottile disagio il fatto che Norman Osborn stia calpestando quei pavimenti, stia salendo quei gradini: un'immagine blasfema ai suoi occhi, come se il diavolo stesse profanando un luogo sacro.

Il suo laboratorio - che è sempre allo stesso posto, in soffitta - è un safe space per concentrarsi e pensare ad altro. La scienza è sempre stata il suo rifugio, come quando da ragazzino gli mancavano i suoi genitori o soffriva per il bullismo dei suoi coetanei.
Sono entrati da pochi minuti e già provette, becher e contenitori sono tutti in disordine. Ogni volta al tavolo da lavoro per Peter  è come quando gli hanno appena regalato il Piccolo Chimico.

-Se vuoi creare un’arma anti-Mysterio, è inutile: se è quello vero, una bomba-zucca in faccia si prenderà cura di lui. Se è un’illusione, nulla di quello che facciamo è utile.- smorza il suo fervore Goblin.

-Basterà solo un po’ di fluido per ragnatela. Ma voglio che sia tu a sintetizzarlo.

-Questa è la prova definitiva che sei impazzito, Parker. Lo sai benissimo che non conosco la formula.

-Tu provaci.

Se vedere Osborn aggirarsi per la sua casa, con tanto di costume di Goblin, mette i brividi a Peter, vederlo maneggiare composti chimici è anche più preoccupante. Non solo perché sa di cosa è capace, ma perché riconosce perfettamente quello che sta facendo. Temeva che cercasse di sfruttare l’occasione per sintetizzare qualche arma da usare contro di lui, invece è molto peggio: sta seguendo alla lettera la stessa identica procedura per la creazione del fluido per ragnatele che Peter ha sempre seguito.

E’ come vedersi dall’esterno, solo con il volto del proprio peggior nemico.

-Ecco fatto. Se avevi bisogno di un’altra prova della mia superiorità come chimico...

-Non sei reale. Forse non lo è neanche Mysterio.

-Di che accidenti stai parlando, Parker?

-Osborn non conosce la formula della ragnatela. E’ abbastanza intelligente da replicarla, probabilmente, soprattutto da quando ho brevettato un polimero simile, ma anche se ci riuscisse al primo colpo non seguirebbe la mia stessa identica procedura. E dato che nemmeno Mysterio può conoscerla, c’è solo una spiegazione: questa è una simulazione che attinge ai miei ricordi per colmare le lacune. Ecco come faceva a sapere cose che il vero Mysterio non avrebbe mai scoperto, come il coinvolgimento del Latore di Morte.

-Significa anche che la simulazione può adattarsi a qualsiasi tuo piano. Non puoi superare te stesso in astuzia, quindi non c’è nessun modo per sfuggire. A meno che...

-A meno che cosa?

-A meno che tu non ti uccida. Se la simulazione dipende dalla tua mente, morire la farà cessare.

-Un tantino eccessivo, non ti sembra? Potrebbe addirittura far parte del piano di Mysterio.

-Spingerti alla disperazione e lasciarti come unica via d’uscita il suicidio? Inizio a provare non poca gelosia professionale, Parker.

-Non ho intenzione di suicidarmi per provare una teoria, Osborn. E poi non è affatto detto che funzioni: se il Senso di Ragno non si attiva, niente di quello che succede nella simulazione è un pericolo per me.

-E torniamo al punto di partenza. Forse non c’è davvero modo di rompere l’illusione: sei destinato a restarne prigioniero finché non avrà spezzato la tua mente.

-Non glielo permetterò. Non mi è rimasta altra scelta: c’è solo un modo per liberarmi.

-E sarebbe?

-Devo spezzare la mente di Mysterio.

 

Empire State University

Il tempo vola quando hai un’unica missione nella testa. Sono stati necessari diversi giorni e non pochi sforzi per contattare chiunque conoscesse Flash Thompson, specialmente perché molti pensavano che Peter Parker avesse ormai perso la testa.

Eppure ora sono di fronte a lui. I suoi commilitoni, i vecchi compagni di scuola, con Liz Allen in prima fila, Betty Brant, Felicia Hardy, Sha-Shan ... Peter è un po’ invidioso della quantità di belle ragazze che si sono presentate... tutti sono radunati davanti alla statua dedicata a Flash Thompson e che lo ritrae come era ai tempi dell’università. Compresa una t-shirt con il simbolo dell’Uomo Ragno.

Norman Osborn sta parlando con Jesse, la sorella di Flash, per spiegare perché mai abbia voluto richiedere quella statua in cambio di una ingente donazione all’università.

Peter vorrebbe fare qualche domanda a Jesse, che conosce a malapena nella vita reale, ma viene raggiunto da Liz. L’illusione è così reale da fargli dimenticare che non è una persona vera.

-E’ stato un bel gesto da parte tua, Peter. Un po’... strano, ma sei sempre stato difficile da capire.

-Non come Flash, vero? Non è difficile capire come funziona una testa vuota, dopotutto.

-Dopo tutto questo tempo, proprio non riesci a non scherzarci sopra, vero?

-Liz, se non fosse per il senso dell’umorismo, avrei smesso di alzarmi dal letto quando avevo sedici anni. Ora, se vuoi scusarmi, devo fare una delle cose più difficili della mia vita.

-Accettare quello che è successo ed andare avanti?

-Molto peggio. Devo parlare bene di Flash – risponde Peter, salendo sul palco e raggiungendo il podio.

 

-Chi era Flash Thompson? Per qualcuno, compreso il vecchio me stesso, era solo un insopportabile, borioso re del ballo della scuola che si beava del suo successo nella vita a discapito degli altri, uno dei tanti che poi ha avuto quel che si meritava e si è rovinato con le sue stesse mani. Per quanto mi riguarda, invece, Eugene Thompson è stato e resterà la dimostrazione che chiunque può cambiare ed essere una persona migliore, è colui che è passato dall'essere il mio peggior nemico durante gli anni della scuola a uno dei miei migliori amici, anzi, oso dire il migliore, negli anni della maturità.
Flash è qualcuno che se solo avesse avuto il dono e la maledizione di avere un qualche superpotere, si sarebbe speso per essere il più impavido e ammirato supereroe di New York, a discapito dell'enorme concorrenza. E in più occasioni ha dimostrato di essere un eroe anche senza talenti inumani e senza un ridicolo costume addosso. Flash è stato un soldato che ha servito la sua Patria in una guerra assurda, mettendo a rischio la propria salute e la propria vita, e in più occasioni si è messo in gioco per proteggere i suoi amici e le persone che amava nella vita di tutti i giorni. Se siamo qui a celebrarlo, è solo per un tragico scherzo del destino, perché Flash Thompson aveva ancora tantissimo da offrire a questo mondo...

-Patetico, semplicemente patetico! – commenta la voce fuoriuscente dalla nebbia che è apparsa dal nulla e che sta avvolgendo il palco. La folla di spettatori inizia a disperdersi quando Mysterio fuoriesce dalla nebbia.

-State celebrando una nullità! Un uomo che non ha mai realizzato niente nella vita, mentre io vengo costantemente ignorato e deriso da gente che non è nulla al mio confronto!!!

-Vuoi parlare di una nullità, Mysterio? – domanda l’Uomo Ragno, raggiungendo Mysterio dopo essersi messo il costume. Può essere ridicolo aggrapparsi all’identità segreta quando tutto questo è solo un incubo creato ad arte, ma le vecchie abitudini sono dure a morire. E il dubbio che alla fine della fiera tutto quest'incubo possa, nonostante tutto, rivelarsi davvero reale non ha mai abdicato del tutto il suo inconscio.

-Parliamo un po’ di un maestro degli effetti speciali che poteva guadagnare milioni a Hollywood e che è morto senza il becco di un quattrino. Parliamo di un criminale che ha passato anni a combattere l’Uomo Ragno e che per provare quanto è intelligente ha speso gli ultimi mesi della sua vita a tormentare un eroe che conosceva a malapena. Parliamo di un genio che ha costruito una macchina capace di creare una realtà virtuale quasi perfetta e l’ha usata per trasformare un eroe di guerra in un pagliaccio con una vasca per i pesci in testa. Ma sì, Mysterio, parliamo un po’ di un completo fallimento. Parliamo un po’ di te.

-No. Parliamo della tua morte! – protesta Mysterio, mandando al diavolo il realismo: solleva il mantello con la teatralità che ci si aspetta da lui, generando una fitta nebbia che si espande a macchia d’olio. E da quella nebbia emergono incubi fin troppo familiari.

I primi a manifestarsi sono quelli che volano: Hobgoblin a bordo del suo aliante, seguito da un Demogoblin che cavalca un aliante di fuoco, seguiti dall’Avvoltoio, Boomerang, lo Scarabeo nella sua vecchia armatura e persino la Mosca.

-Imitatori e perdenti. Non abbiamo nulla da temere – proclama un Goblin appena uscito da chissà dove, posizionandosi a fianco dell’Uomo Ragno.

Poi è il turno dei mostri: da Lizard a Vermin a Morbius a Carrion fino a Stegron e al doppelgänger proveniente dalla cosiddetta Guerra dell’Infinito.

-Dai, pensavo peggio. Possiamo sconfiggerli – si fa coraggio l’Uomo Ragno, stringendo i pugni.

La nuvola di fumo inizia a crepitare di elettricità, anticipando l’arrivo di Electro seguito da una mezza dozzina di robot Ammazza-Ragni. E da Speed Demon, Shocker e Rhino, con il Coordinatore nelle retrovie a osservare la battaglia a braccia incrociate.

-O forse no – aggiunge l’eroe, in qualche modo rincuorato dal veder fuoriuscire dalla nebbia di Mysterio altre quattro persone con sguardo omicida negli occhi: l’Uomo Sabbia, lo Scorpione, Ringer e Kraven il Cacciatore. Trova strano essere felice di vedere gli ultimi tre, che dovrebbero essere morti.

-Quindi scopri le carte ed ammetti che questo non è reale, vero? Beh, almeno non dobbiamo combattere la Macchia ed il Canguro, loro sì che mi avrebbero preoccupato – alza le spalle l’Uomo Ragno.

Quasi rimpiange di non vedere i nemici appena nominati, quando gli si para dinanzi agli occhi tutta la patetica Società dei Ragni capitanata dal sanguinario dio Omm. Le Regine Ragno, le Tarantule, l'Homo Arachnis e il Ragno di Sangue volteggiano e balzano alla carica contro di loro. La strana coppia avrebbe poche speranze contro una divinità rediviva e i suoi apostoli. Per fortuna la coorte viene goffamente intercettata e attaccata da alcuni Ammazza-Ragni degli Smythe, un glitch nello scenario fin troppo realistico imbastito da Mysterio.
-Tutto ciò è molto anticlimatico - commenta Parker, approfittando della scena paradossale per riprendere fiato.

-Dimentico sempre quante persone vogliono ucciderti – commenta invece Osborn.
-Oh, noi non vogliamo solo ucciderti – risponde quella che è forse l’unica voce che riempie di rabbia il cuore di Peter, quando lo Sciacallo guida quanto resta di questa delegazione d’incubo.

-Vogliamo mangiarti il cervello! – minaccia Venom.

-Come se ci fosse qualcosa di interessante in quella testa – gli fa eco il Dottor Octopus.

-Quando la smettiamo di parlare ed iniziamo ad uccidere!? – protesta Carnage.

-Finalmente qualcuno che parla la mia lingua – risponde Goblin, scagliando una bomba-zucca verso la folla di avversari. E l’istinto prende il sopravvento.

L’Uomo Ragno ha forse più esperienza di qualsiasi altro eroe nel combattere squadre di avversari ben coordinati ed intenti ad ucciderlo: il trucco è renderli scoordinati e combatterli uno per uno.

Purtroppo per lui, non solo in questo caso il vantaggio numerico è a dir poco schiacciante, ma Peter sta essenzialmente combattendo contro la propria mente: i suoi nemici conoscono la sua tattica.

Così non è sufficiente far mancare il bersaglio a Boomerang perché colpisca Morbius, o costringere Electro a fulminare Rhino, perché un Ammazza-Ragni e Ringer lo distraggono nel momento giusto da permettere a Stegron di colpirlo con un gancio destro che non ha spazio per evitare.

L’Uomo Ragno viene scaraventato contro la statua di Flash, che si incrina per l’impatto; due dei tentacoli del Dottor Octopus gli bloccano le gambe, mentre Venom salta alle sue spalle e gli blocca le braccia dietro la schiena in una morsa titanica.

L’Uomo Ragno riceve poi un pugno in faccia dall’Uomo Sabbia, che ha reso le proprie mani più dure del granito, e crolla a terra per ricevere un colpo a piena potenza dai guanti di Shocker.

Mysterio si avvicina: è impossibile vedere il suo volto dietro la maschera, ma di certo sorride.

-Credevi davvero di potermi sconfiggere, Uomo Ragno!? Io sono il signore di questa... – inizia a vantarsi Mysterio, fermandosi quando l’arrampicamuri ha una reazione inaspettata: sta ridendo.

-Scusa, scusa! E’ più forte di me, ma... per dimostrare di essere il mio peggior nemico, mi hai scagliato contro tutti i miei peggiori nemici... escluso Mysterio! Sei troppo sfigato anche per te stesso!!!

-Lo trovi così divertente!? Posso prolungare questa battaglia per il resto della tua vita, senza lasciarti un istante di pace! Oppure posso farti rivivere all’infinito la morte di Gwen, o di zia May, o di tuo zio Ben! Riesci anche solo ad immaginare quanto dolore posso provocarti!?

-Mostri molto peggiori di te hanno provato a spezzarmi, Mysterio. Credi di potermi far rivivere le tragedie della mia vita più volte di quanto lo abbia già fatto io? Ho passato le pene dell’inferno, sì, ma non mi sono mai arreso come ha fatto Quentin Beck. E lo sai chi altro non si è mai arreso, forse perché troppo ostinato o troppo stupido per farlo? Flash Thompson.

-Flash Thompson è morto. Era un fallimento, una macchietta.

-Ci sono passato anch’io, credimi, sono un maestro nell’autocommiserazione. E so benissimo quanto è catartico mettersi una maschera per fingere di essere qualcun altro.

-Ora basta!!! – scatta Mysterio, facendo apparire tra le proprie mani un fucile identico a quello che ha tolto la vita a Quentin Beck. Le illusioni degli altri nemici si dissolvono in nebbia, che resta abbastanza solida da tenere bloccato l’Uomo Ragno nonostante la sua forza sovrumana.

-Mysterio è morto. Tu sei solo un parassita che si sta approfittando delle insicurezze di un uomo imperfetto ma buono – prosegue l’Uomo Ragno, avvertendo una sensazione alla base del cranio che gli mancava: il Senso di Ragno. Qualunque cosa rappresenti quell’arma, Mysterio è pronto ad ucciderlo.

-Nessuna battuta finale, Uomo Ragno!?

-Fallo a pezzi, Flash.

Mysterio viene colto di sorpresa da un uomo che gli salta addosso come se stesse placcando un giocatore di football americano. Entrambi rotolano a terra, avvolto dalla nebbia, e Mysterio si agita come un animale in gabbia. La nebbia inizia a perdere consistenza e l’Uomo Ragno riesce a liberarsi, osservando con rinnovata speranza un uomo che afferra Mysterio da dietro e gli impedisce di muoversi.

-Cosa faresti senza il tuo fan numero uno, Spidey? – chiede Flash Thompson.

-Non lo so, si stava abbastanza bene con un rompiscatole in meno.

-Ma se avevi dei problemi a gestire questo idiota! Di' la verità, non sai cavartela senza di me.

-Se provi a baciarmi ti faccio tornare morto.

-Nessuno di voi è reale! Perché non posso controllare l’illusione!? – si lamenta Mysterio.

-Non lo hai mai fatto, non del tutto: l’illusione ha sempre attinto dai miei ricordi. Ti sei integrato con il sistema di gestione usando Flash come una sorta di corpo ospite, ma non lo hai lasciato del tutto privo di conoscenza perché hai sottovalutato il suo...

-E dai, vuoi smetterla con le chiacchiere da nerd e battere il cattivo!? – insiste Flash.

-Okay, okay. Chiude il sipario, Mysterio – dice l’Uomo Ragno prima di colpire l’avversario con un pugno, infrangendo il vetro del casco.

Non c’è una persona all’interno, soltanto nebbia che fuoriesce con violenza. Flash lascia andare Mysterio, che riesce a fare pochi passi prima che il suo costume si accasci a terra completamente vuoto.

-Incredibile – commenta Flash.

-Già, un programma semi-senziente che usava un cervello umano come hardware.

-Cosa? No, intendevo la tua battuta! “Chiude il sipario”? E’ il meglio che avevi a disposizione?

-E’ stata una giornata lunga, Flash.

-Quindi... uhm... adesso che facciamo?

-Adesso ci svegliamo.

 

La realtà

Peter non si rende immediatamente conto di essere sveglio. Prima realizza che i suoi arti sono intorpiditi, poi che sopra la sua maschera da Uomo Ragno indossa una maschera da ossigeno, e poi che è rinchiuso in qualcosa che gli ricorda fin troppo una bara.

Debole com’è, impiega quasi dieci lunghissimi secondi per scardinare la porta che lo separa dal resto del mondo; si strappa la maschera d’ossigeno e solleva quella di tessuto per respirare.

Si guarda attorno, riconoscendo la camera di isolamento sensoriale da cui è appena scappato: non ha dubbi che sia la stessa già usata in passato da Mysterio. Ed il posto ha tutta l’aria per essere l’ennesimo laboratorio segreto che i suoi nemici sembrano costruire dal nulla.

C’è un’altra camera di isolamento nella stessa stanza. L’Uomo Ragno si avvicina lentamente, aprendola con tutta la delicatezza che si può permettere in un caso del genere.

C’è una persona all’interno. Barba e capelli che arrivano fino alle spalle, magra ed emaciata ma pur sempre viva. E che si toglie la maschera d’ossigeno.

-Hey. Ce ne hai messo di tempo, Spidey – lo saluta con un filo di voce.

-Scusa, sai com’è il traffico di New York. Bentornato a casa, Flash.

 

Epilogo 1

Howard Stark Memorial Hospital

L’Uomo Ragno è ormai un habitué di questo ospedale, dove le visite dei super-eroi non mancano mai... cose che capitano quando si è finanziati dalla Fondazione Stark, del resto.

La dottoressa Jane Foster ha visto più e più volte l’arrampicamuri portare qui dei feriti, e nutre ancora il sospetto di averlo avuto come paziente in borghese, ma qualcosa le dice che questo caso sia più personale del solito per lui.

-Allora, dottoressa? Se la caverà?

-E’ molto debole, ma ho avuto pochi pazienti con una determinazione come la sua. Il suo sistema nervoso è stato sottoposto ad una vera e propria maratona, dagli allucinogeni che gli sono stati somministrati all’essere collegato ad una macchina per la realtà virtuale per chissà quanto tempo. Forse, se potessimo studiarla meglio...

-Il laboratorio di Mysterio è sotto sequestro dall’FBSA, ed ho ridotto a brandelli quella maledetta macchina con le mie stesse mani. Non era realtà virtuale, era una tortura fin troppo reale.

-Mi fiderò della tua parola, e non mi lascerò scappare che hai appena ammesso di aver distrutto delle prove di un crimine.

-Grazie, dottoressa. Posso vedere Flash?

-Ora sta riposando. Sembra non ricordare niente di quello che ha vissuto in quella realtà virtuale, o di cosa ha fatto quando era Mysterio. Un po’ di vita normale gli farà bene.

-Mi creda, dottoressa, la vita normale è un lusso che non dura a lungo per chiunque mi conosce.

 

Epilogo 2

Casa Parker, Forest Hills
-Papà, non respiro - prova a dire la piccola May Parker, mentre suo padre abbraccia in un solo colpo lei e sua madre sulla soglia di casa, con un'oncia della sua forza sovrumana.
-Scusa, amore, sono solo contento di vederti - le dice, prima di un lungo bacio a stampo sulla guancia.
-Che puzza - ammette candida la piccola.
-Papà non ha potuto lavarsi i denti per qualche tempo mentre era via per lavoro - cerca di giustificarsi.- Quindi dovrò rimandare anche il bacio alla mamma.
-Io lo dico sempre che passi troppo su quegli stupidi videogiochi - cambia argomento Mary Jane, sorniona con le braccia incrociate.
-Sono contento che tu abbia la forza di scherzarci su.
-Se non ci scherzo, faccio baracca e burattini e me ne vado. In quante illusioni ti hanno e ci hanno incastrato i tuoi nemici? Ho perso il conto - commenta la rossa, a mezza voce, mentre rientrano in casa -Dovrebbero inventare nuovi modi di tormentarci, a meno che non intendano ammazzarci di noia.
-Non dire neanche per scherzo una cosa del genere - dice scaramantico.

L'ora successiva trascorre in una classica cena in famiglia, in cui lo stomaco del padrone di casa, in parte atrofizzato dall'incubazione, può riprendere il suo vigore. Il tempo della favola della buonanotte di rito, che May si addormenta nel suo lettino e i suoi genitori possono mettersi in desabiléé tra le lenzuola della loro camera da letto.

-Il lato positivo è che una volta tanto il redivivo è uno dei nostri amici. Non vedo l'ora di poter riabbracciare Flash - ammette Mary Jane, gli occhi che le diventano improvvisamente lucidi, come se fino a questo momento non si fosse davvero resa conto della notizia.
-Farò in modo che sia il prima possibile - la bacia ancora suo marito, ora che ha ritrovato il suo alito fresco.
-Cosa ci inventeremo per giustificare il suo ritorno agli occhi degli altri?

-Sinceramente? E' l'ultimo dei miei pensieri adesso.

L'Uomo Ragno balza addosso a sua moglie, ma non ha alcuna intenzione di attaccarla o farle del male.
Anzi.
Fa quel che deve con la passione di chi ha temuto anche solo per un attimo di aver ri-perso la donna dei suoi sogni al suo fianco.
Non visto, nella foga della passione, si tira un pizzicotto.
Il dolore sembra abbastanza reale.
Se la sua vita è questo sogno, stavolta non vuole essere svegliato.

Note

Fossimo stati audaci, il Grande Piano del nuovo Mysterio sarebbe stato una realtà e l'Uomo Ragno si sarebbe ritrovato vedovo e senza-sua-figlia (la lingua non ammette l'esistenza dell'inverso di «orfano», a censurare la tragedia più grande della vita umana), sull'orlo di un baratro psicologico che sarebbe stato interessante da esplorare dal punto di vista narrativo.
E invece siamo teneri di cuore, ed eccoci a rimediare agli errori del passato, riportando in vita Flash Thompson con il più classico dei tropes e regalando un lieto fine per lui e il suo amico tessiragnatele.
Se questo episodio s'intitola "Sipario", è anche perché allude al fatto che nelle intenzioni chiude il cerchio del secondo ciclo e mezzo di Mickey alla tastiera di questa serie.
La prima storica gestione dal gennaio 2001 a maggio 2003 (#01-36), il ritorno in solitaria dall'agosto 2010 al giugno 2013 (#65-81) e l'attuale run 2.5 con Fabio Furlanetto dal numero 82 fino a questo storico #101.
Diciassette anni di vita reale sullo sfondo.
Ma può davvero Mickey abbandonare il suo amato Peter Parker e lasciare del tutto il testimone al fido Fabio?
Ci vediamo nel #102 per la risposta.



[i] In L'Uomo Ragno - Speciale Crossover, quando ha visitato la nostra versione dell'universo Marvel ufficiale.